L’edificio mostra tutti i caratteri del linguaggio architettonico bolognese di primo Settecento: la facciata con l’imponente portone, l’ampio salone al piano nobile a cui si accede dallo scenografico scalone decorato in stucco dal ticinese Giovan Battista Verda e impreziosito dalle statue del fiammingo Francesco Janssens. Sempre a inizio Settecento viene ristrutturata anche l’ala ovest, ridimensionando le stanze al piano terreno e realizzando al piano nobile l’appartamento barocchetto, destinato al matrimonio tra Giuseppe Tozzoni e Carlotta Beroaldi.
Nel 1818 un altro importante matrimonio, quello tra il conte Giorgio Barbato Tozzoni e la faentina Orsola Bandini, determina la ristrutturazione dell’ala est del piano nobile con la creazione dell’appartamento in stile Impero. L’esito è quello di una sintesi stilistica unitaria, improntata allo stile neoclassico, grazie a due artisti faentini: l’ebanista Angelo Bassi per il mobilio e l’ornatista Pasquale Saviotti per le decorazioni delle pareti, ispirate al gusto antichizzante che in Romagna trovò una delle sue espressioni più alte. Percorrendo le sale troviamo il susseguirsi di stili ed epoche secondo una sorta di palinsesto visivo che dal decoro barocchetto, allo stile Impero, arriva a definire il modo d’abitare borghese dell’Ottocento e del Novecento.
Il palazzo ospitava anche alcune fasi importanti della lavorazione del vino e del grano: i Tozzoni erano proprietari terrieri e nelle cantine è possibile vedere attrezzi e macchinari legati alla tradizione del lavoro contadino.
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